Oggi Populus canadensis ci ha lasciato.
È stata applicata “l’eutanasia” su un importante esemplare di Pioppo per evitare di farlo soffrire inutilmente e per assicurare i viandanti affinchè non costituisse un pericolo.
Dopo gli innumerevoli e meravigliosi anni trascorsi, com’è nella natura di tutti gli esseri viventi, anche il Pioppo dei prati Burovich di Sesto al Reghena è andato verso una nuova vita.
Molte persone, generalmente quelle poco informate, si potrebbero “strappare i capelli”, altre sicuramente darebbero inizio a gran voce a discussioni o pareri superficiali.
Chi elargisce critiche e sentenze di norma è chi non si ricorda, o non vuol ammettere, che il ciclo della vita di queste straordinarie creature (Pioppi) è molto corto e, nonostante il rincorrere mete improbabili, prima o poi tutti gli esseri viventi devono fare i conti con la fine della loro presenza.
Il regno vegetale, come quello animale, non fugge alle regole della natura: tutti, anche gli esseri umani, devono misurarsi con la morte.
Con questo non vogliamo legittimare interventi di abbattimento non giustificati ma semplicemente descrivere la realtà delle cose. Se in molti casi si riducono i rischi e i danni dovuti a schianti o crolli di alberature, il merito va a quei tecnici preparati che riescono a valutare il loro stato di salute.